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9 commenti su “Anche gli architetti piangono”

  1. Ciao Marta,
    ahimè anche per me questo è un tasto dolente seppur io riesca ancora a rientrare nei famosi “minimi”,che se non ho capito male son cambiati ma io ci son dentro di diritto per qualche anno ancora mi crogiolo in quel poco che ancora mi lasciano. Certo: me lo lasciano perché guadagno “poco” 😉
    Però con il 2016 cercherò di togliere almeno una delle voci da te riportate (che son già un po’ diverse visto che io in realtà non ho un albo a cui iscrivermi e cose varie): il commercialista!
    non son troppo bravo né costante nemmeno io ma mi son detto che per quelle 12 fatture che faccio e 3/4 spese che scarico devo e posso farcela! (seppur il commercialista mi conosce e mi faceva un prezzo amico)
    Al momento però la mia vera soluzione è questa: faccio l’orto sotto casa e cerco di ricavarne
    1) un risparmio sulle verdure
    2) un po’ di relax: dopo aver pigiato tasti per tutta settimana fissando uno schermo non sai quanto è rilassante anche il semplice strappar erbacce e guardare i pomodori (le verze in questa stagione) crescere 😉
    Quando passi per Cantù vieni a trovarmi che ti offro una cassetta di verdura 😛 (tra un po’ che al momento l’orto è spoglio)
    Ciao Marta, un abbraccio!

    1. Francesco, se riesci a fare fuori il commercialista diventi il mio idolo!
      E capisco benissimo la tua necessità di avere uno sfogo che ti riporti alle cose più semplici e vere. Su questo argomento qualche tempo fa ho letto questo libro, che ti consiglio: http://www.marsilioeditori.it/component/marsilio/libro/3171181-pecoranera
      E’ la storia di un ragazzo che abbandona un lavoro d’ufficio e si dà all’agricoltura puntando alla completa autosufficienza. Se lo leggi, fammi sapere cosa ne pensi!

      1. lo recupero di sicuro! stavo giusto cercando un altro paio di libri da accompagnare al prossimo acquisto _giusto per non far muovere il corriere per un misero pacchettino 😉
        ti saprò dire! grazie intanto del consiglio

        nb: il commercialista l’ho già fatto fuori (ho giusto un’amica che mi spiega le cose base che devo sapere), il tutto sta a vedere se non mi arrestano tra qualche tempo per conteggi errati o scadenze saltate 😛

  2. Ciao Marta, da professionista di lungo corso (quasi 20 anni) ti posso dire che i conti grosso modo tornano. Anche se ho la sensazione che forse il tuo commercialista esageri un po’.
    Tanto per dirne una, dubito profondamente che tu debba pagare l’IRAP (che di per sè è una bella bottarella).
    L’irap sarebbe dovuta se tu svolgessi un’attività professionale vera e propria in una TUA specifica struttura – per esempio un TUO ufficio, TUOI collaboratori, TUE attrezzature ecc… Siccome però tu questo non lo fai forse varrebbe la pena di fare qualche conto. Tanto per darti un’indicazione facilmente gestibile, se le spese legate all’attività che ti porti in detrazione, superano i 25/30.000 e anno allora è meglio che paghi l’IRAP e stai zitta, se sono inferiori (e sono quasi certa che lo siano), forse ti conviene smettere di pagare l’IRAP e vedrai che il tuo reddito disponibile migliorerà un po’.
    Tanto per darti un’idea io viaggio come tassazione generale (compreso il commercialista, l’IMU, la Tasi e quant’altro) intorno al 44/45% del reddito lordo imponibile. Per il tipo di professione che faccio scarico poco e niente di IVA (giusto il materiale informatico, i libri, i corsi di formazione, e metà delle bollette di casa visto che ho casa e bottega) e relativamente poco di spese generali.
    E’ vero che io non devo pagare l’iscrizione all’ordine, nè la formazione obbbligatoria, però al posto del 12% di inarcassa pago il 28.7% di INPS, quindi ti consiglio molto calorosamente di vedere questa questione con il commercialista.
    Quanto alla domanda che esprimi nel tuo post io faccio così: ho un foglio excel che riproduce esattamente i movimenti del conto corrente, ogni volta che mi pagano una fattura io segno tra le entrate la META’ della somma che ricevo e scrivo l’altra metà di fianco (con un carattere piccolissimo in modo da vederla con fatica) fuori dai conteggi. In questo modo ho sott’occhio a prima vista la situazione economica e le somme che mi posso permettere di spendere per il quotidiano. Quando arriva il momento di cominciare a sganciare per il fisco (da giugno a dicembre) mi ritrovo il gruzzoletto che ho separato e quindi riesco a fronteggiarlo un po’ meglio.
    Un abbraccio di solidarietà….

    1. Isabella, grazie per la solidarietà!
      Al momento l’Irap lo pago. Forse fa parte di quella favola che viene raccontata a noi architetti di essere dei liberi professionisti. Nel mio contratto si dice che io sono equiparata ad uno “studio” esterno, come se operassi in una mia struttura e con miei strumenti, ma di fatto non è così. Indagherò meglio.
      Per quanto riguarda la cassa, invece, il commercialista nel mio caso non c’entra: è l’Inarcassa che calcola automaticamente le tre rate di versamento, di cui l’ultima stabilita come conguaglio a seguito di una dichiarazione online obbligatoria che inoltro a fine ottobre.
      Grazie anche per i consigli! Il 2016 sarà un anno di sperimentazioni.

  3. io uso un foglio excel con colonne che scorporano in real time le % che vanno a tasse, formazione, ecc. così da avere sempre sott’occhio tutto e sapere quanto pagherò e quanto posso permettermi di sperper.. ehm, spendere. certo, bisogna compilarlo con cura certosina almeno una volta alla settimana U_U
    non sono architetto ma la questione conti è un tasto dolentissimo anche per me! Y__Y

    1. Anch’io uso un foglio excel, ma non riesco mai ad essere costante: una volta alla settimana per me è già troppo! Da quest’anno ho ricominciato ad usare un’agenda cartacea e scriverò a mano le spese, poi una volta al mese le riporterò sul foglio excel: speriamo bene. Grazie Fran!

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